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Cos'è e come si forma un diapiro salino

I diapiri salini o salt domes (letteralmente: cupole di sale) sono strutture geologiche comunemente diffuse in tutto il mondo. Possono estendersi in superficie per diversi km di diametro e altrettanto in profondità, ma in genere sono di dimensioni più modeste, decine o al massimo centinaia di metri come quelli presenti in dolomiti. Nelle regioni di territorio in cui ricorrono le condizioni per la loro formazione queste strutture possono essere presenti a gruppi o seguire determinati allineamenti.




Ecco come si formano. La prima condizione e che nel sottosuolo vi siano una o più formazioni di rocce sedimentarie evaporitiche, costituite da minerali come l'halite o salgemma (NaCl), il gesso (CaSO4*2H2O) e l'anidrite (CaSO4), tutti sali molto solubili precipitati appunto in seguito ad evaporazione di acqua marina.

Qual'è il ruolo di queste rocce e quali sono le proprietà dei minerali che le compongono? Alla stessa maniera in cui il sale da cucina assorbe l'umidità dall'aria, questi minerali tendono in qualche modo a legarsi con molecole di acqua. Sono infatti solidi ionici nel cui reticolo cristallino dominano le attrazioni di tipo elettrostatico e l'acqua è una molecola dipolare attratta sia dalle cariche positive che da quelle negative.

Fin qui nulla di strano, ma se queste rocce costituite da minerali idrati vengono riscaldate oltre una certa temperatura, l'acqua contenuta può liberarsi e passare allo stato di vapore. Il vapore in pressione allontana tra loro i componenti elementari della roccia che viene così a perdere la propria coesione interna e si trasforma in una specie di fluido capace di deformarsi plasticamente con estrema facilità. Il riscaldamento può avvenire a grande profondità per effetto del gradiente geotermico (normalmente 30-40 °C/km), ma anche vicino alla superficie in prossimità di grandi masse magmatiche.

Il carico litostatico esercitato dalle rocce sovrastanti spinge poi verso l'alto questi materiali molto plastici e poco densi i quali a volte riescono a perforare le coperture nelle zone di debolezza strutturale fino a portarsi a un livello stratigrafico superiore assumendo la forma di cupole, cunei o lame ("diapeiro" è un termine greco che significa appunto "perforare"). Questi ammassi rocciosi intrusi all'interno di altre rocce sono perciò caotici e disorganizzati, ma vi si può riconoscere in parte la struttura della stratificazione originaria, specie se costituita da alternanze di straterelli chiari e scuri come nel caso della Formazione a Bellerophon (facies fiemmazza) da cui hanno origine i diapiri delle Dolomiti.




La nascita di queste strutture in Val di Fassa, di cui la più nota si trova alla testata della Val San Nicolò (Roisc del Giaf), si fa risalire al Triassico medio, quando il corpo intrusivo di Predazzo-Monzoni costituiva la camera magmatica che alimentava piccoli e grandi vulcani molto attivi in quella specifica epoca geologica e il calore disperso nelle rocce incassanti avrebbe fatto da innesco per la risalita dei diapiri che si trovano intorno al complesso intrusivo.
Una volta riesumate dall'orogenesi alpina queste rocce per loro natura facilmente erodibili sono state scavate in via preferenziale dai corsi d'acqua che hanno spesso inciso profonde gole al loro interno.